Sono una lettrice onnivora e molto curiosa. Con questo spirito ho affrontato il romanzo d’esordio di Matteo Bertone, conosciuto su twitter come @lultimovampiro; lo ammetto, il genere horror non è tra i miei preferiti ma anticipo già che la lettura è stata piacevole e la storia davvero intrigante. Figure chiave di Diurno Imperfetto, edito da Nero Press, (non a caso, considerato il nick dell’autore) sono dei vampiri tratteggiati però in modo differente da come siamo abituati a vederli dipinti o raccontati in molta letteratura e filmografia: il vampiro è tale perché lo ha scritto nel dna e quindi si porta dietro la complessità del proprio vissuto che si intreccia con giochi di luce e ombra che caratterizzano tutti. Il tutto, comunque, condito a dovere: goth club e grigie periferie di città sullo sfondo, un protagonista alla ricerca della propria identità e donne che vedono la realtà con occhi malati, un amore in agonia e desideri che si fanno strada, ricorrenti riferimenti musicali e alcune pennellate ironiche sul fare poesia. E dopo aver letto il libro non ho potuto far a meno di porre qualche domanda all’autore, sul genere e sul libro…
Chi è @lultimovampiro e quando si trasforma in Matteo Bertone?
@lultimovampiro è una delle personalità di Matteo Bertone, quella che vive su twitter, sanguigna, polemica e senza filtri, ma anche ironica e mai (troppo) volgare. Un simpatico vampiro, insomma, sarcastico, insofferente, cattivello, tenebroso quanto basta e sempre attento a libri e letteratura, l’unica vera consolazione per chi deve vivere in eterno… Fuori da twitter il vampiro ritrae i canini e diventa Matteo, che lavora in un’azienda farmaceutica e sfrutta il suo tempo libero per scrivere e disegnare.
Come è nata la tua passione per il genere “vampiresco” e cosa ti affascina di questi personaggi?
I vampiri mi affascinano sin dalla più tenera età. Conservo ancora un divertente libro illustrato sui vampiri che mi regalò mio nonno quando avevo 8 anni. Ho sempre avuto una passione per il “lato oscuro”, i luoghi bui e polverosi, i castelli arroccati e diroccati, i ragni, i pipistrelli e i mostri di ogni tipo! Credo di avere uno spirito guida vampiro… o qualcosa del genere!
Perché, secondo te, negli ultimi anni ha preso molto piede la lettura di libri che hanno come protagonisti i vampiri?
Il mito del vampiro, ovvero del cadavere che torna in vita, si perde nella notte dei tempi e non è mai passato di moda. Se ci si fa caso, la cosiddetta “moda dei vampiri” è in realtà un trend ciclico, che si rinnova periodicamente grazie all’uscita di un film o di un libro di successo a cui fa seguito la relativa trasposizione cinematografica. È il caso, ad esempio, del Dracula di Coppola o di Intervista col vampiro, e, negli ultimi anni, di Twilight. Non sono un fan di Twilight, credo sia semplicemente una classica storia d’amore adolescenziale in cui il bel tenebroso di turno, impossibile e problematico, è un vampiro. E tuttavia mi fa sempre piacere quando il mito del vampiro viene riscoperto grazie a un libro o un film, perché, inevitabilmente, il successo fa da traino per altre opere meritevoli o per la riscoperta di libri e film del passato da parte delle nuove generazioni.
Quale è stata la scintilla che ha dato il via alla scrittura del tuo Diurno imperfetto?
Volevo scrivere un libro che parlasse di vampiri e allo stesso tempo volevo reinventare a modo mio la figura del vampiro. Volevo creare vampiri che scardinassero i classici cliché della specie, pur mantenendo qualche tratto caratterizzante. Non mi interessavano sangue, croci, aglio e bare, ma piuttosto la riscoperta di alcuni elementi simbolici della tradizione archetipica del vampiro mescolati a una concezione moderna, melanconica, grottesca e dissacrante del “non morto”, come simbolo del desiderio – quanto mai attuale – di non invecchiare. Il vampiro diventa quasi un pretesto per delineare una visione dell’esistenza. Tanto è vero che Diurno Imperfetto è stato definito da alcuni un romanzo di formazione, più che una storia horror. Inoltre volevo che la musica (nello specifico la new wave anni ‘80) avesse un ruolo centrale nella storia. Ci sono voluti diversi anni, ma alla fine Diurno Imperfetto ha preso forma e, grazie all’ottimo e professionale lavoro di editing dell’editore Nero Press, è diventato un libro.
Oltre ai vampiri e alla scrittura c’è anche un’altra passione nella tua vita. Racconta qualcosa della tua attività di disegnatore…
Purtroppo dedico poco tempo a questa attività che invece ne richiederebbe molto, anche più di quello che serve per la scrittura. Disegno da quando sono bambino e da qualche anno mi sono specializzato nella colorazione digitale dei miei disegni. Il mio sogno è di riuscire a pubblicare un libro illustrato per ragazzi, e forse il mio progetto “Illustri Vampiri” (una carrellata dei più famosi vampiri della storia, illustrati e raccontati dal sottoscritto) l’anno prossimo vedrà la luce… ma non troppa: sono pur sempre vampiri!
Quali libri consigli di leggere a chi ama il genere o è semplicemente curioso?
I romanzi sui vampiri che consiglio a tutti, al di là dei classici come il Dracula di Stoker, Le notti di Salem di King o la saga di Anne Rice, sono Lasciami entrare di LIndqvist e Suck! di Christopher Moore. Il primo è forse il mio scrittore horror preferito e Lasciami entrare il suo capolavoro. Christopher Moore è sempre spassoso e i suoi vampiri non sono da meno.
Bella intervista. Ricordo che abbiamo anche altri autori italiani che hanno innovato il genere vampiri. Uno è Gianfranco Manfredi con il suo bellissimo “Ultimi vampiri”, di recente ristampato.